Menu
Trentino / Green

I vigneti resistenti del Trentino

É nato il Giardino dell’Uva, il vigneto creato da Endrizzi negli Orti del Muse, un piccolo laboratorio di vitigni resistenti del Trentino.

Endrizzi e Muse, dal 2013 un sodalizio per amore della cultura

Trento è una delle mete più ambite e dinamiche per il turismo delle Dolomiti. Tra i tanti gioielli architettonici che la contraddistinguono, dal 2013 la bella città medievale vanta uno spazio unico, il Muse, vero e proprio motore di idee attorno al mondo della scienza e dell’ambiente.

L’inizio della collaborazione tra il museo delle scienze trentino e la cantina di San Michele all’Adige risale al 2013 anno dell’inaugurazione. Endrizzi scelse allora di aderire a una sfida lanciata all’imprenditorialità trentina dal Direttore del Muse Michele Lanzinger insieme all’allora Presidente Marco Andreatta, ovvero quella di lanciare e sostenere insieme idee di valorizzazione del patrimonio ambientale dell’arco alpino.

Endrizzi colse al volo l’opportunità e propose un’idea unica nel suo genere, Rocciamadre, diventata oggi installazione permanente nel museo, un tentativo concreto per unire e collegare scientificamente in modo semplice il mondo del vino con quello della geologia e dimostrare il concetto di terroir, ovvero del collegamento tra le eccellenze di un prodotto locale, il vino nello specifico, con i fattori geologici e ambientali in cui nascono.

All’epoca Endrizzi scelse di scavare le rocce dei principali terreni sui quali prosperano i vitigni autoctoni della cantina, esponendoli nel museo e creando contestualmente la linea vini MUSE, con i principali vitigni autoctoni della provincia di Trento: Müller Thurgau “Vulcaniti di Cembra”, Gewürtztraminer “Dolomia del Serla”, Lagrein “Breccia di Masetto” e Teroldego “Alluvioni del Noce”.

La sostenibilità anche nel cuore nel vigneto trentino

Rapidi, importanti e spesso preoccupanti sono i cambiamenti che si sono avvicendati nel mondo e nell’arco alpino in poco meno di dieci anni dalla data dell’inaugurazione del Muse a luglio 2013: i cambiamenti climatici, la pandemia, l’impoverimento delle risorse ambientali e la conseguente crisi economica.

Il 4 ottobre 2021 il Muse ha inaugurato la nuova Galleria della Sostenibilità, uno spazio espositivo di 400 metri quadrati completamente riallestito che affronta i principali motori del cambiamento globale in atto.

Ancora una volta Endrizzi ha voluto fortemente sostenere l’impegno del Muse sul tema della sostenibilità. Insieme alla consulente in comunicazione Aurora Endrici e ai tecnici Thomas Battisti e Tiziana Piffer, la cantina ha sviluppato il progetto “Giardino dell’Uva”, ora situato nell’area degli Orti della biodiversità. Si tratta di un vigneto che ospita i filari delle principali viti resistenti studiate dalla Fondazione Mach per la viticoltura trentina a minimo impatto ambitale.

Resistenti a chi? Sei viti ibride al passo con i tempi del vigneto trentino

Un aggettivo che suona quasi come una provocazione, sicuramente contemporaneo. Le varietà dei vitigni resistenti rappresentano un’alternativa alla viticoltura tradizionale e sono costituiti da piante di vite ibride, ottenute quindi con la fecondazione di specie diverse, particolarmente resistenti alle principali malattie fungine. La loro coltivazione riduce l’impatto ambientale rispetto alle varietà non resistenti, la cui coltivazione richiede diversi trattamenti durante l’anno.

Pensato, progettato e realizzato materialmente dalla cantina Endrizzi, il Giardino dell’Uva al Muse presenta le sei varietà “resistenti” che maggiormente si adattano ai diversi terroir e microclimi del variegato panorama trentino e allo stile dei vini della provincia.

Johanniter B.

Incrocio nato in Germania nel 1968, regala un vino che al palato ha sentori di mela cotogna, pera e mandarino, piacevolmente piccante. È ideale come base per lo spumante. Nella forma del suo grappolo somiglia molto al vitigno Müller Thurgau.

Souvignier gris

Vitigno dal potenziale eccellente, è stato ottenuto in Germania nel 1983 presso l’Istituto di Ricerca di Friburgo che ricorda il Gewürztraminer nel corredo aromatico. Il vino sprigiona

aromi tipici della varietà, è leggermente fruttato, minerale, con una buona struttura.

Charvir

Incrocio particolarmente indicato per la produzione di vino base spumante con buone note fruttate, sapido e con struttura. L’iniziale Char riprende il termine Chardonnay, mentre “vir” (verde in latino) si riferisce al colore della bacca, dai riflessi verdi. È un’uva che richiama lo Chardonnay nei suoi profumi di mela Golden e fiori bianchi.

Pinot Regina

Varietà di uva resistente creato nel 2004 dalla University of Horticulture and Food Industry in Ungheria, ha i caratteri eleganti del famoso vitigno borgognone Pinot Nero, che ricorda anche nelle tipiche note di piccoli frutti al naso, ideale come base spumante per via della sua ottima acidità e per la vinificazione in rosso.

Nermantis

Varietà di uva resistente Nermantis che deriva dall’unione delle parole “nera” e “manto” e descrive il colore scuro dell’acino dell’uva di questo vitigno resistente a molte malattie fungine tipiche dei vigneti dell’arco alpino e ricorda molto il Lagrein nei suoi profumi speziati, di piccoli frutti e nel colore intenso.

Termantis

Coltivato nella classica pergola trentina, l’uva resistente Termantis è un vitigno “temerario” che non teme nulla grazie alla sua resistenza e produttività e ricorda il Teroldego Rotaliano negli aromi di viola e frutti rossi.

Il vigneto dell’Uva, un’inaugurazione con lectio magistralis

L’inaugurazione del vigneto è avvenuta il 27 ottobre, accompagnata da una interessantissima tavola rotonda con esperti del settore davanti a stampa e autorità del territorio. Al convegno, moderato da Aurora Endrici, hanno preso la parola Michele Lanzinger, direttore del Museo, Paolo Endrici patron di Endrizzi, Marco Stefanini, coordinatore del progetto viti resistenti della Fondazione Edmund Mach e il luminare della viticoltura internazionale, il prof. Attilio Scienza, fino a poco fa professore presso l’Università di Milano, paladino della viticoltura sostenibile e dei vitigni resistenti.

Trentino, sostenibilità, viticoltura, resistenza e futuro sono cinque termini vincenti di per sé, ma non sempre connessi in modo ideale. L’impegno di Endrizzi in questi progetti è stato quello di collegarli. Lo facciamo oggi al MUSE, lo faremo domani nella nostra azienda perché avere dei vitigni resistenti, cioè meno bisognosi di trattamenti, ci porterà a una natura più pulita, a un Trentino sempre più bello e vivibile

le parole di Paolo Endrici durante il convegno.

“Cinque parole che richiamano alle nozioni di luogo, paesaggio, geografie: un insieme costituto dalla natura, che il MUSE oggi interpreta con questo nuovo progetto, ma anche dalle trasformazioni date dall’uomo nel tempo e nella proiezione verso il futuro. Un’agricoltura sostenibile è il modo migliore per pensare al nostro paesaggio di oggi e di domani” è lo statement sul perché delle scelte del museo espresso dal suo direttore Michele Lanzinger.

“Nel Trentino c’è futuro per la viticoltura perché è un ambiente molto differenziato, per terreni, climi, varietà anche resistenti che si possono coltivare. Queste caratteristiche garantiscono la sostenibilità a questa coltivazione“, sono state le parole di Marco Stefanini, coordinatore del progetto viti resistenti della Fondazione Edmund Mach che da anni sta studiando approfonditamente la bontà dei vitigni resistenti più adatti al terroir variegato delle vigne trentine.

“Parto dal futuro. Un futuro senza chimica è un futuro dove noi siamo resilienti nei confronti del cambio climatico. Il nostro compito è quello di togliere l’essere umano dal centro del mondo e tornare agli aspetti più intimi e particolari della natura. Sostenibilità vuol dire prolungare la nostra presenza su questa Terra”, un’affermazione profonda infine, estrapolata dalla lectio magistralis del professor Attilio Scienza, intervenuto su uno dei suoi cavalli di battaglia, quella della difesa del “meticcio”, ovvero dei vitigni frutto di incroci tra viti, portatore di una forza e rinnovamento a passo con i mutamenti repentini della viticoltura a livello globale.