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Green

Ecosostenibilità e vino: un binomio possibile

L’ecosostenibilità dei prodotti è oggi un argomento molto sentito dai consumatori di tutto il mondo. Le pratiche sostenibili nel settore agroalimentare stanno diventando progressivamente riconosciute e regolamentate, nonché adottate da un numero sempre maggiore di produttori.

Questo vale anche per il settore enologico: in Italia anche i produttori di piccole, medie e grandi cantine a tutte le latitudini stanno adottando pratiche “sostenibili”, “green”, “naturali” in una sorta di catena virtuosa focalizzata alla protezione dell’ambiente, al rispetto delle condizioni dei lavoratori, alla garanzia della territorialità e dell’origine delle materie prime.

Cosa significa sostenibile?

Le emissioni di gas serra sono causate per il 28-30% dal settore agroalimentare.
Oggi più che mai molti produttori ne sono consapevoli e hanno adottato per la loro realtà pratiche sostenibili come protezione e valorizzazione del territorio, rispetto dell’ambiente, adozione dei metodi produttivi che provengono dalla tradizione locale, ma anche uno stile imprenditoriale economicamente giusto sia per gli agricoltori che per i collaboratori.

Sostenibilità in Trentino: un mondo che cresce

Ciò avviene anche per il Trentodoc e gli altri vini trentini: le case spumantistiche e le cantine vinicole seguono infatti il “Protocollo d’Intesa” che mira ad azzerare l’impatto sull’ambiente delle attività legate alla viticoltura. Tra i provvedimenti adottati figurano l’utilizzo intelligente dell’irrigazione, della confusione sessuale e dei concimi organici. Rispetto della natura per ottenere uve, e quindi vini, senza residui chimici ed in questo modo arrivare ad un prodotto di elevata qualità.

Il Trentino è una regione “green oriented”: la superficie della regione coltivata a vigneto biologico è in costante aumento.

Tra le aziende trentine votate alla sostenibilità c’è anche la storica Cantina Endrizzi.
Lisa Maria e Daniele, quinta generazione della famiglia Endrici, hanno portato il loro giovane contributo seguendo gli insegnamenti di Rudolf Steiner, l’inventore dell’agricoltura biodinamica.

La sostenibilità come valore aggiunto

Le aziende che adottano modelli sostenibili e rispettosi dell’ambiente oggi vengono premiate dal mercato e dai consumatori, sempre più attenti alle tematiche legate al clima e alla protezione delle risorse naturali.

Nonostante ciò, a volte, la scelta di seguire la linea sostenibile anche nel vigneto proviene dalla sensibilità dei produttori che spesso hanno saputo anticipare il trend della sostenibilità. Questo vale anche per Endrizzi: Paolo, Christine e i figli, nel loro quotidiano, seguono un modo di vivere salutare e rispettoso nei confronti dell’ambiente, tra cui un’alimentazione basata su prodotti di filiera biologica e scelte orientate al preservare le risorse energetiche.

È quindi naturale che queste attenzioni si riflettano anche su collaboratori e clienti, offrendo un posto di lavoro salubre e prodotti eccellenti.

La cantina e la vendemmia possono essere eco-fiendly!

La struttura della cantina, la produzione e la vendemmia possono convertirsi alla sostenibilità. Ne è un chiaro esempio Endrizzi che, nel corso di alcuni decenni, ha adottato una serie di misure particolari:

  • Cantina di vinificazione interrata, progetto terminato nel 2003. L’edificio interrato non risente delle escursioni termiche, mantiene una temperatura costante grazie anche alla coperta del tetto erboso che agevola ancora di più l’isolamento termico. Gran parte dell’energia utilizzata dalla cantina viene inoltre prodotta da pannelli solari.
  • Conferimento uve e vinificazione a caduta. Una cantina completamente interrata agevola di molto il risparmio energetico anche al momento della vendemmia: il conferimento delle uve e la vinificazione avvengono a caduta. La naturalità di questo processo fa sì che l’uso di pompe interne sia limitato, i grappoli d’uva non subiscono particolare stress durante la pigiatura e i mosti preservano una freschezza aromatica migliore.
  • Tecnologia all’avanguardia. Nella zona degli acciai è stata installata una macchina che separa l’azoto dall’ossigeno in modo che il mosto durante tutto il suo percorso di “lavorazione” non vada ad ossidarsi e permettendo una considerevole riduzione di solfiti aggiunti. Ne beneficia il vino che non va incontro a fenomeni ossidativi e soprattutto la salute del consumatore finale.

Quali pratiche sostenibili adottare nel vigneto?

La lotta agli insetti nocivi è un argomento che divide gli agricoltori di tutto il mondo. Se fino a qualche decennio fa le aziende del settore agro-alimentare facevano uso massivo di insetticidi chimici, oggi i ricercatori offrono soluzioni ambientalmente sostenibili, che non inquinano la terra e che non lascino tracce nei prodotti che vengono poi consumati dai clienti.

Tra queste Endrizzi ha scelto la cosiddetta “confusione sessuale”, tecnica di controllo degli insetti nocivi: al posto di usare insetticidi chimici vengono diffusi tra i filari ferormoni femminili che impediscono al maschio di localizzare e fecondare la femmina. In questo modo verranno depositate meno uova e la popolazione di larve nocive diminuirà con conseguenti danni minori per le uve. Upupe, pipistrelli, cinciallegre ed altri volatili si cibano degli insetti potenzialmente pericolosi per la vite: per questo, per ospitarli, tra i filari sono stati posizionati una ventina di nidi per ettaro.

Questa pratica, come quella del non diserbo, sono azioni virtuose, già prassi al Masetto più di venti anni fa.

Un futuro sostenibile

Negli anni passati la scelta di seguire un’agricoltura sostenibile proveniva dalla lungimiranza dei singoli produttori; oggi la ricerca propone innumerevoli soluzioni che, oltre a tutelare l’ambiente, vanno a conferire un valore maggiore al prodotto finale.

La sostenibilità rappresenta quindi non più un’opzione, ma il modo più evoluto per ottenere un proprio spazio nel mercato vitivinicolo del futuro.